venerdì 14 giugno 2013

Una sentenza della Corte Suprema tedesca potrebbe portare all’uscita dall’euro

Parrebbe un paradosso, ma il "patriottismo costituzionale" dei Tedeschi fa da baluardo contro la cessione di sovranità fiscale e di spesa agli organi non eletti della UE.

di Ambrose Evans Pritchard, Telegraph – Un giudice di primo piano ha richiamato l’attenzione su alcune udienze cruciali che si svolgeranno questa settimana presso la Corte suprema tedesca riguardo alle politiche di salvataggio della zona euro, le quali potrebbero mettere in moto degli eventi tali da forzare il ritiro della Germania dall’euro.

Udo di Fabio, l’esperto sull’euro della corte costituzionale fino all’anno scorso, ha detto che il caso esplosivo sulla legalità dei meccanismi di salvataggio dell’Unione monetaria europea potrebbe provocare uno scontro tra la Germania e la Banca Centrale Europea (BCE) e, infine, provocare il collasso dell’unione monetaria.

“Nella misura in cui la BCE agisce con ‘eccesso di potere’, e queste violazioni sono considerate gravi e ripetute, la Corte deve decidere se, in base alla sua Costituzione, la Germania può rimanere membro dell’unione monetaria”, ha scritto in un rapporto per la German Foundation for Family Businesses.


“I suoi argomenti sono dinamite”, ha dichiarato Mats Persson di Open Europe, che lunedì pubblicherà il suo parere legale sul caso.
Il dr. Di Fabio ha scritto l’anno scorso la sentenza provvisoria del tribunale sul meccanismo europeo di stabilità (ESM), il fondo di salvataggio di 500 miliardi. I suoi commenti offrono una finestra rara sul pensiero degli otto giudici della corte di Karlsruhe, diviso 4 contro 4 sulle questioni dell’Unione europea.
La corte sta tenendo due giorni di audizioni, e la sentenza potrebbe arrivare anche tra diverse settimane. La materia cruciale del contendere è la barriera di protezione della BCE ai titoli spagnoli e italiani o transazioni monetarie dirette (OMT), il piano “game-changer” che ha impedito alla crisi del debito spagnolo di andare fuori controllo nel luglio scorso riducendo notevolmente il rischio di una rottura dell’euro.

Il caso nasce dalle denunce presentate da 37.000 cittadini, tra cui il Left Party, il movimento More Democracy, e un gruppo di professori euroscettici, i quali sostengono che la BCE ha oltrepassato il suo mandato finanziando i deficit degli stati in bancarotta.
Berenberg Bank ha dichiarato che il caso rappresenta “il più importante evento di rischio” che incombe sulla zona euro, con le crescenti preoccupazioni per un “verdetto scomodo” che potrebbe limitare o addirittura bloccare l’azione della BCE.

Il dr. Di Fabio ha detto che la corte, o Verfassungsgerichtshof, non ha la “leva procedurale” per costringere la BCE a cambiare politica, ma può emettere un ultimatum “dichiarativo”. Se la BCE va avanti comunque con gli acquisti di obbligazioni, la Corte può e anche deve vietare alla Bundesbank di prenderne parte.

Jens Weidmann della Bundesbank non ha bisogno di incoraggiamenti, dicono gli esperti. A dicembre ha presentato una relazione al tribunale in cui ha attaccato il capo della BCE Mario Draghi sull’indebitamento altamente rischioso, che viola sia l’indipendenza della BCE che i principi fondamentali. La BCE non ha il mandato legale per sostenere la “composizione attuale dell’unione monetaria”, ha scritto.
Dr. Di Fabio ha detto che è difficile immaginare che un “tribunale favorevole all’integrazione” prema il bottone “exit” dell’UEM, ma può imporre una battuta d’arresto all’acquisto di obbligazioni. E questo potrebbe portare allo stesso risultato, facendo ripartire all’istante la crisi della zona euro.
“Sarebbe come far mancare il terreno sotto i piedi all’intero progetto. E’ solo l’OMT che ha calmato i mercati e salvato la periferia”, ha detto Andrew Roberts di Royal Bank of Scotland. Draghi ha detto la settimana scorsa che l’OMT è stata la “politica monetaria di maggior successo degli ultimi tempi”.

La corte risale al Reichskammergericht del Sacro Romano Impero creato nel 1490, ma è stato ripreso dopo la seconda guerra mondiale sulla falsariga della Corte Suprema degli Stati Uniti.
Essa risulta essere il principale difensore della sovranità nazionale nel sistema UE, affermando la supremazia della Grundgesetz tedesca sul diritto dell’Unione europea, da qui il termine tedesco “patriottismo costituzionale”.
La corte ha sostenuto il Trattato di Lisbona, ma ha anche stabilito che gli stati europei sono “signori e padroni dei trattati” e non viceversa, e ha ricordato all’Europa che i parlamenti nazionali sono l’unica forma legittima di democrazia. Ha detto che la Germania deve “rifiutare ogni ulteriore partecipazione nella UE” se questa dovesse minacciare i poteri del Bundestag eletto dal popolo.

Lo scorso settembre ha emesso un’altra sentenza “condizionata”. Ha respinto un’ingiunzione destinata a congelare l’ESM, ma ha anche legato le mani a Berlino mettendo un tetto massimo alla quota ESM della Germania, a 190 miliardi di €, e bloccando una licenza bancaria all’ESM. Ha ucciso ogni speranza di eurobond, la condivisione del debito o unione fiscale, vietando al Bundestag di “accettare delle passività per decisione di altri Stati”.
Fondamentalmente, la Corte ha dichiarato che il Bundestag non può legittimamente alienare i propri poteri fiscali e di spesa agli organi dell’UE, nemmeno se lo volesse, perché questo potrebbe minare la democrazia tedesca.
Il Presidente della Corte Andreas Vosskuhle dichiarò in quella circostanza che la Germania aveva raggiunto il limite dell’integrazione europea. Eventuali fasi ulteriori avrebbero richiesto una “nuova costituzione”, che a sua volta richiederebbe un referendum.

Articolo originlale: German court case could force euro exit, warns key judge
 


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